...Si tratta, quindi, di una ricerca di immagini che sfocia in un linguaggio che intende "far pensare", risvegliare menti assopite, determinare una nuova consapevolezza intorno ai valori inestinguibili dell'esistenza, dove - sottolinea ancora l´artista - si ravvisa il senso delle "stagioni passate" e di quelle "forme di vita" delle quali, alla fine del loro ciclo vitale, nell´arresto del tempo e dello spazio, non è rimasto che un fossile, una struttura ossea, un guscio, una radice, un rizoma, un qualcosa in definitiva che rimarrá sulla Terra quale unica testimonianza di un´esistenza passata.
Ecco ciò che significa sostanzialmente "terminalismo".
In tale direzione, perciò, si delinea l´attuale fase della pittura di Tulliach, il suo essere testimone di una natura violentata, sacrificata, lacerata. Una natura che nei suoi quadri è poesia in evidenza attraverso un clima di silenziose presenze, di pacata rivisitazione del paesaggio, di solitudine.
... L´incedere nitido della linea, il colore luminoso, le rarefatte atmosfere che contraddistinguono il dettato di Tulliach, consentono di tracciare un ideale rapporto con gli aspetti di una quotidianità reinterpretata, di fissare un angolo privilegiato di interni carichi di mistero e di magia. In ognuna di queste "impressioni" si avverte l´incanto di un mondo che riemerge da stagioni polverose e ricche di suggestive tradizioni legate ala vita dei contadini, ai fiori secchi che sembrano aver attraversato innumerevoli ere geologiche, a radici contorte che a volte assumono sembianze umane.
L´uomo, l´evolversi della civiltà, la denuncia della contaminazione di una natura inquinata, costituiscono la vera e indissolubile sequenza espressiva di una ricerca che lentamente ha trasformato la pittura di Tulliach in una direzione sempre più vicina a quanti "spendono" la propria esistenza all´insegna di una vitale presa di coscienza dei problemi dell´attuale società.
Angelo Mistrangelo